Coronavirus potrebbe favorire lo sviluppo del diabete.

diabete e covid-19

Il caso, giovane con SARS-CoV-2 asintomatico divenuto diabetico.

Il coronavirus potrebbe influenzare la funzione del pancreas favorendo lo sviluppo del diabete: lo suggerisce il caso di un giovane paziente con infezione da SARS-CoV-2 asintomatica, che si è ammalato di diabete autoimmune o insulino-dipendente (diabete 1) proprio in concomitanza con l’infezione. Il caso è stato riferito sulla rivista Nature Metabolism da Matthias Laudes dell’Università Schleswig-Holstein di Kiel, in Germania.

Il diabete di tipo 1 è una malattia caratterizzata da una reazione immunitaria impropria che porta alla distruzione delle cellule del pancreas (beta-cellule) deputate a produrre insulina, l’ormone che regola la glicemia. Il giovane, i cui genitori avevano presentato i sintomi del covid-19 dopo un viaggio in Austria, è arrivato al pronto soccorso del Policlinico Schleswig-Holstein con tutti i sintomi del diabete di tipo 1 (sete e minzione eccessive, forte e rapida perdita di peso, affaticamento), poi confermato agli esami del sangue. Il giovane non presentava una predisposizione genetica a malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1, né gli auto-anticorpi (quelli aberranti che attaccano il pancreas) tipicamente associati alla malattia. La concomitanza con l’infezione da SARS-CoV-2 fa pensare che il virus abbia disturbato la funzione pancreatica e favorito l’esordio del diabete. La possibilità è avvalorata dal fatto che le cellule del pancreas presentano gli stessi recettori che il virus usa per infettare l’uomo, in particolare le beta-cellule.

Diversi studi hanno suggerito un nesso tra covid-19 e comparsa del diabete, e questo caso clinico va nella stessa direzione, ma serviranno nuove evidenze per confermare il rapporto di causa-effetto tra SARS-CoV-2 e diabete.

“Si tratta di un caso interessante – commenta Francesco Purrello dell’Università di Catania, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) che, pur con le limitazioni ovvie di un caso singolo, pone una ipotesi molto suggestiva. Infatti, che l’infezione da COVID possa infettare le cellule beta pancreatiche è ormai noto da mesi – aggiunge Purrello -; tuttavia, la peculiarità di questo caso risiede nel fatto che il deficit della secrezione insulinica indotto dal virus in questo ragazzo di 19 anni sembra essere stato così grave da causare distruzione rapida e massiva delle cellule beta pancreatiche, propria del diabete autoimmune. Ma in questo caso la distruzione è avvenuta in assenza degli autoanticorpi che si trovano in genere nel sangue di questi pazienti. Quindi l’ipotesi è che ci sia stato un danno diretto e massivo causato dal SARS-CoV-2 e non invece un danno mediato dagli autoanticorpi”, come è tipico del diabete 1, conclude.

Fonte

Diabete autoimmune dell’adulto (LADA): arrivano le istruzioni per l’uso per questa forma di diabete misconosciuta.

• Pubblicato sulla rivista Diabetes il primo documento di consenso dedicato a questa forma di diabete autoimmune dell’adulto, ancora poco conosciuta e spesso scambiata per diabete di tipo 2

• Il LADA, che colpisce il 10-15% dei soggetti erroneamente diagnosticati come diabete di tipo 2, da oggi ha finalmente le sue linee di indirizzo per la diagnosi e il trattamento

• Determinante per la redazione del documento è stato l’apporto degli esperti italiani e del Progetto di ricerca NIRAD, finanziato dalla Fondazione Diabete Ricerca e dalla Società Italiana di Diabetologia e coordinato dalla professoressa Raffaella Buzzetti.

Per la maggior parte delle persone esistono solo due tipi di diabete, il tipo 1 che colpisce i giovani ed è una malattia autoimmune, e il tipo 2, molto più frequente (90-95% di tutti i tipi di diabete) che colpisce dalla mezz’età in avanti. Ma in realtà, anche se poco note ai più, esistono diverse altre varianti di questa malattia. Il 10-15% circa di soggetti con diagnosi di diabete mellito tipo 2, ad esempio, è in realtà affetto dal diabete cosiddetto ‘LADA’, un acronimo che sta per ‘diabete autoimmune dell’adulto’. “Si tratta – spiega la professoressa Raffaella Buzzetti , coordinatrice del progetto NIRAD ( Non InsulinRequiring Autoimmune Diabetes ) finanziato dalla ‘Fondazione Diabete e Ricerca’ della Società Italiana di Diabetologia (SID) e ordinario di Endocrinologia preso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma – di una forma particolare di diabete che insorge in età adulta, ma riconosce una patogenesi autoimmune, simile al diabete tipo 1 ad insorgenza giovanile, in quanto determinato dalla distruzione delle cellule pancreatiche che producono insulina da parte del proprio sistema immunitario”.

A differenza del diabete di tipo 1 però il LADA ha una evoluzione più lenta; chi ne è affetto può arrivare alla terapia con insulina anche dopo molti anni dalla diagnosi. “Per porre diagnosi di LADA – prosegue la professoressa Buzzetti – cosa certamente rilevante in quanto il trattamento di questa forma di diabete è diverso da quello del diabete tipo 2, è necessario evidenziare la presenza degli autoanticorpi diretti verso le cellule pancreatiche che producono insulina (si fa attraverso un esame del sangue).

La caratterizzazione di questa forma di diabete è stata possibile negli ultimi anni anche grazie ai numerosi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali nell’ambito del progetto italiano NIRAD. Fino ad oggi non esistevano tuttavia linee guida dedicate a questa​forma di diabete ancora poco conosciuta. Una lacuna adesso colmata da una pubblicazione su Diabetes , organo ufficiale dell’ American Diabetes Association . “Un panel internazionale di esperti di diabete e metabolismo – spiega la professoressa Buzzetti, che è il primo autore del documento – ha siglato una consensus sulla terapia del LADA, pubblicata Diabetes . C’era assoluta necessità di fornire indicazioni precise circa la terapia di questa forma di diabete.

E’ molto importante porre una corretta diagnosi del tipo di diabete: in particolare, riconoscere il LADA in un soggetto precedentemente considerato affetto da diabete tipo 2, può comportare un cambiamento anche sostanziale della sua terapia che consentirà di ottenere un significativo miglioramento del controllo metabolico e di fare una corretta prevenzione delle complicanze croniche”. L’algoritmo proposto dagli autori della consensus , che si basa sulla valutazione della riserva insulinica del soggetto con diabete autoimmune, ottenibile con un semplice dosaggio su prelievo di sangue indirizza verso la terapia più appropriata.

“Attualmente – conclude la professoressa Buzzetti – sono molte le classi di farmaci a disposizione del diabetologo per la cura del diabete, ma soltanto una diagnosi precisa permette di prescrivere al paziente una terapia personalizzata. Nel caso del LADA, il trattamento prevede in una prima fase l’utilizzo di farmaci ipoglicemizzanti in grado di preservare la funzione delle cellule pancreatiche che producono insulina; sarà quindi necessario ricorrere alla terapia insulinica, il più precocemente possibile, qualora la funzione delle cellule beta pancreatiche risulti già compromessa. In questo modo sarà possibile prevenire le complicanze del diabete quali infarto, ictus, insufficienza renale”.

“ Aiutare e finanziare la ricerca in ambito diabetologico – afferma il professor Francesco Purrello , presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) – è una delle missioni principali della nostra società scientifica e della Fondazione Diabete Ricerca ad essa correlata, e il LADA è stato uno dei principali temi di ricerca finanziato da diversi anni. Questo ha consentito di creare una rete di centri di diabetologia sparsi nel territorio nazionale e coordinata dalla professoressa Buzzetti, che ha prodotto un enorme numero di dati clinici e scientifici. Un orgoglio per la SID avere contribuito in modo rilevante alle conoscenze attuali su questo tipo di diabete”.

Management of Latent Autoimmune Diabetes in Adults: A Consensus Statement From an International Expert Panel Raffaella Buzzetti , TiinamaijaTuomi , DidacMauricio , Massimo Pietropaolo , Zhiguang Zhou , Paolo Pozzilli , Richard David Leslie Diabetes 2020 Aug; dbi200017. https://doi.org/10.2337/dbi20-0017

Ufficio stampa Sid