NASCE “LA VERITÁ SUL PESO”: UN NUOVO SPAZIO VIRTUALE DOVE INFORMARSI CORRETTAMENTE PER LA GESTIONE DEL PESO.

La verità sul peso” è il nuovo spazio virtuale di Novo Nordisk che, attraverso articoli e strumenti, fornisce informazioni accreditate, ma allo stesso tempo di facile comprensione, rispetto alle cause del sovrappeso e dell’obesità, ai possibili trattamenti e ai comportamenti da assumere.

Secondo lo studio internazionale ACTION-IO, in Italia il 62 per cento delle persone con obesità cerca di perdere peso con il fai da te, solo l’8 per cento si rivolge al medico e quando decide di farlo impiega mediamente sei anni prima di contattarlo.

“La verità sul peso” accompagna le persone in sovrappeso e con obesità nel primo e importante passo verso il trattamento, mettendo a disposizione degli utenti un collegamento al sistema di geolocalizzazione di IO-Net, l’Italian Obesity Network per individuare i centri specialistici a loro più vicini.

Obesità e sovrappeso riguardano 25 milioni di italiani, il 46,1 per cento della popolazione adulta.

Per perdere peso basta mangiare poco e fare movimento”, “Se non dimagrisco è solo colpa mia”, “Non sono malato, devo solo impegnarmi di più”, “Qualche chiletto in più non fa male!”. Questi sono alcuni dei luoghi comuni che gravitano intorno a sovrappeso e obesità e per i quali, secondo la maggior parte delle persone, è sufficiente solo introdurre modifiche alla dieta e aumentare l’attività fisica per risolvere il problema.

Alla base di chi ha provato a perdere peso senza risultati, c’è spesso un approccio errato al problema, che vede il paziente cambiare continuamente strada, affidandosi di volta in volta a fonti non qualificate o a “sentito dire”.  Secondo lo studio internazionale ACTION-IO (Awareness, Care, and Treatment In Obesity MaNagement – an International Observation) in Italia il 62 per cento delle persone con obesità cerca di perdere peso con il fai da te, il 9 per cento si affida a prodotti commerciali, il 6 per cento utilizza strumenti digitali e solo l’8 per cento si rivolge al medico e quando decide di farlo impiega mediamente sei anni prima di contattarlo.

Perdere peso e tenerlo sotto controllo spesso viene visto come una semplice questione di stile di vita e controllo dell’alimentazione. La scienza ha dimostrato che l’aumento di peso ha molte cause, alcune delle quali vanno oltre la consapevolezza o il controllo della persona che ne soffre e molti sono i fattori che ostacolano la perdita di peso. «Se è vero che un intervento sugli stili di vita è molto importante nel processo di trattamento del sovrappeso e dell’obesità, è anche vero che può risultare insufficiente o del tutto inefficace. Questo perché sovrappeso e obesità sono complessi, soprattutto l’obesità è una malattia che dipende da diversi fattori, genetici, ormonali e psicologici, e comporta, per il trattamento, il coinvolgimento di molteplici figure sanitarie. È di fondamentale importanza sfidare la percezione errata che l’eccesso di peso sia sotto il controllo dell’individuo e che le persone affette possano gestirla autonomamente, senza l’aiuto del medico. Serve la consapevolezza che non esiste un approccio valido per tutti, perché la terapia deve essere elaborata sulla base della condizione fisica, della storia e degli obiettivi di dimagrimento della persona. In molti casi un intervento sugli stili di vita è sufficiente, ma spesso è necessario optare per un supporto farmacologico o in rari casi, ricorrere alla chirurgia», spiega Andrea Lenzi, Professore ordinario di Endocrinologia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Sovrappeso e obesità riguardano 25 milioni di italiani, il 46,1 per cento della popolazione adulta, secondo l’analisi annuale realizzata da ISTAT per l’Italian Obesity Barometer Report. Dal rapporto emerge come le donne mostrano un tasso di obesità inferiore (9,4 per cento) rispetto agli uomini (11,8 per cento) e quanto il fenomeno dell’eccesso di peso sia un problema diffuso soprattutto al Sud e nelle Isole. 

Sussiste, pertanto, una domanda pressante di informazioni su come perdere peso soprattutto sul web, ormai principale strumento di conoscenza per ognuno di noi.  Per questo nasce lo spazio virtuale “La verità sul peso” (www.laveritasulpeso.it) di Novo Nordisk per fornire informazioni scientificamente corrette, complete e di facile comprensione sull’argomento, nella convinzione che ogni persona, per perdere peso, debba fare un percorso di consapevolezza, in modo serio e approfondito. Contiene news, articoli di approfondimento, suggerimenti e consigli, rispetto alle cause del sovrappeso e dell’obesità, ai possibili trattamenti e ai comportamenti da assumere, destinati a chi sta affrontando un percorso di dimagrimento perché in sovrappeso od obeso, a chi ancora non ci ha pensato e anche alle persone che vivono al fianco di una persona fortemente in sovrappeso o obesa.

È articolato in 3 macro-sezioni: “scienza”, che ospita notizie sugli ultimi progressi scientifici sull’obesità e le sue cause, per fare chiarezza su come il peso, l’appetito e l’assunzione di cibo siano regolati all’interno e all’esterno del corpo, oltre che per sfatare molti miti comuni sul peso; “persone”, destinato a raccontare le storie di chi realmente sta affrontando o ha già affrontato sovrappeso e obesità, imparando dalle loro esperienze come affrontare la vita di tutti i giorni; “supporto e strumenti”, con informazioni sulle possibilità di cura scientificamente dimostrate, suggerimenti su come affrontare il tema con il proprio medico e altri strumenti pratici come il calcolatore dell’Indice di Massa Corporea (IMC). Tutti i contenuti del portale sono realizzati grazie a medici specializzati nel trattamento del sovrappeso e obesità.

Fanno parte del board scientifico di “La verità sul peso”: Giovanna Muscogiuri, medico chirurgo specializzato in endocrinologia e malattie del metabolismo, Letizia Petroni, medico chirurgo specialista in medicina interna, Michele Sculati, medico specialista in scienza dell’alimentazione e Mikiko Watanabe, medico specialista in endocrinologia.

«Sovrappeso e obesità necessitano di cure e attenzioni adeguate, per cui è fondamentale che le persone si affidino a professionisti. Per questo motivo, IO-Net, l’Italian Obesity Network, la rete nazionale il cui obiettivo è quello di coordinare iniziative di comunicazione e aggiornamento scientifico nel settore della nutrizione e delle malattie correlate, a beneficio tanto dei medici quanto delle persone con problemi di sovrappeso e obesità, ha messo a disposizione de “La verità sul Peso” il proprio sistema di geolocalizzazione che permette di visualizzare i contatti  dei centri specialistici più vicini, a cui le persone possano rivolgersi per intraprendere un vero percorso di trattamento», conclude Giuseppe Fatati, presidente IO-Net.

Ufficio stampa HealthCom Consulting

Diabete: indice glicemico e carico glicemico.

L’indice glicemico di un alimento rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di quell’alimento.

L’indice è espresso in termini percentuali rispetto alla velocità con cui la glicemia aumenta in seguito all’assunzione di un alimento di riferimento (che ha indice glicemico 100): un indice glicemico di 50 vuol dire che l’alimento innalza la glicemia con una velocità che è pari alla metà di quella dell’alimento di riferimento.

I due alimenti di riferimento più utilizzati sono il glucosio e il pane bianco: è quindi possibile trovare indici diversi per lo stesso alimento: quando si confrontano gli indici glicemici di due alimenti (ricavati da fonti diverse) occorre accertarsi che siano calcolati in base allo stesso alimento di riferimento.Per calcolare l’indice glicemico rispetto al pane bianco basta moltiplicare per 1,37 quello calcolato rispetto al glucosio.

A tal proposito, gli alimenti contenenti carboidrati, vengono classificati e divisi in base alla capacità che hanno di stimolare la secrezione di insulina dopo loro digestione. Pertanto, ogni singolo cibo contenente carboidrati ha un diverso impatto sia sulla glicemia sia sull’insulinemia.

Per esempio, gli spaghetti, avendo un indice glicemico (espresso in percentuali) del 50%-59%, rispetto al pane bianco (100%), a parità di peso, determinerà un innalzamento della glicemia e di conseguenza dell’insulinemia più bassa; mentre lo produrrà più alto rispetto ad esempio ai legumi (con indice glicemico 20-29%) e cosi via.

L’indice glicemico cambia a seconda della varietà dell’alimento. In molti casi tale variabilità è modesta, in altri è talmente alta che il valore perde di ogni significato. È il caso del riso (48-112), del pane bianco (30-110), delle patate bollite (56-101).

L’indice glicemico varia a seconda del grado di maturazione. Anche in questo caso, per alcuni alimenti la variazione è notevole e rende il valore poco significativo.

Negli alimenti cucinati, l’indice glicemico varia a seconda degli ingredienti e della preparazione. Questo fatto implica che non si può determinare in modo sufficientemente preciso l’indice glicemico di un alimento cucinato in ambiente domestico o un alimento confezionato che non sia stato scelto come campione. Infatti nella tabella di riferimento viene sempre indicata la marca del prodotto testato.

Le considerazioni utili che si possono fare sull’indice glicemico sono le seguenti.

1) L’indice glicemico diminuisce se si aggiungono grassi ad un alimento. Questo fenomeno è dovuto al fatto che la digestione dell’alimento al quale sono stati aggiunti i grassi è più lenta, e quindi i carboidrati che contiene vanno in circolo più lentamente. Questo fatto si può verificare facilmente, basta confrontare (per esempio) il latte scremato e il latte intero. Quindi a volte non è sempre vero che un alimento “light” sia migliore del corrispondente “normale”, poichè potrebbe essere meno saziante (questo è particolarmente vero per lo yogurt).

2) L’indice glicemico diminuisce se si aggiungono proteine ad un alimento, per lo stesso motivo del punto 1.

3) Il rilascio totale di insulina non dipende dall’indice glicemico ma dal carico glicemico, ovvero dal prodotto tra indice glicemico e la quantità di carboidrati ingerita.

Per fare un esempio, due diete contenenti una 200 grammi di carboidrati a indice glicemico medio di 60 e l’altra di 150 g di carboidrati con indice glicemico di 80 hanno lo stesso carico glicemico (150Х80=12000, 200 Х60=12000).

Numerosi studi hanno valutato l’indice glicemico nella pratica clinica, con risultati talvolta positivi, altre volte più deludenti; il principio dell’attenuazione dell’iperglicemia post-prandiale è stato peraltro cavalcato in numerosi trials , spesso con risultati positivi sulla prevenzione del diabete e delle patologie cardiovascolari.

Volendo tradurre in consigli queste considerazioni, si scopre che chi segue una alimentazione equilibrata non aggiunge nulla al suo comportamento alimentare. Infatti:-> in una alimentazione equilibrata, composta da una quantità di carboidrati non superiore al 55% delle calorie giornaliere, dove quindi i grassi e le proteine non vengono demonizzati;-> in una alimentazione che ripartisce carboidrati, proteine e grassi in modo uniforme (ma non maniacale) nell’arco della giornata;-> in una alimentazione che consente il mantenimento del peso corporeo, e che quindi deve essere composta da alimenti sazianti; il carico glicemico è automaticamente sotto controllo, poiché la quantità di carboidrati è sotto controllo, e i grassi e le proteine, nonché l’assunzione di alimenti sazianti come verdura e frutta, contribuiscono ad abbassare l’indice glicemico anche dei cibi più a rischio.

Diventa perciò inutile dare eccessiva importanza all’indice glicemico.

Attenzione! Questo non significa che una fonte di carboidrati vale l’altra, ma che è assurdo ragionare su differenze minime o impostare un intero modello alimentare sull’indice glicemico. In parole povere, discriminare tra riso, pasta e patate non ha molto senso a parità di quantità, ha senso invece discriminare tra pasta e pasta integrale, o tra ciliegie e cocomeri, tra zucchero e fruttosio.

Farro ubriaco con salsiccia.

Il farro è considerato la più antica tipologia di frumento coltivato. Veniva utilizzato dall’uomo per la propria alimentazione già nel Neolitico.

il farro è un cereale ottimo per chi vuole dimagrire: le fibre e il basso indice glicemico aumentano il senso di sazietà, inoltre 100 grammi di farro contengono 335 calorie rispetto alle 353 della pasta. L’ideale sarebbe mangiare 140 grammi di farro con verdure, almeno 150 grammi, e concludere il pasto con un frutto.

Favorisce la digestione e combatte la stitichezza: la sua digeribilità è maggiore rispetto a quella di grano duro e grano tenero e per questo motivo contrasta la comparsa di gastriti e problemi allo stomaco; inoltre le sue proprietà lassative lo rendono un ottimo alimento per chi soffre di stitichezza. Il farro ha anche proprietà depurative: evita il ristagno della bile nell’intestino favorendo l’evacuazione, aiutando anche a prevenire tumori dell’apparato intestinale.

Utile a chi soffre di diabete:il farro è un alimento consigliato anche a chi soffre di diabete dal momento che il suo indice glicemico è inferiore a quello di riso, pane e pasta. Riesce quindi a mantenere sotto controllo la glicemia aiutando anche a prevenire il diabete di tipo 2 prevenendo anche il rischio di ischemie, insulino-resistenza e obesità.

Abbassa il colesterolo e aiuta il cuore: i fitoestrogeni contenuti nel farro aiutano a ridurre il colesterolo cattivo (LDL) nel sangue, aumentano anche l’elasticità dei vasi sanguigni. Inoltre ferro e rame aiutano la produzione di globuli rossi migliorando così la circolazione del sangue. I lignani e la niacina sono importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.Informazioni nutrizionali per porzione

Valore energeticoper porzioneKCalKJoule
4071701
MacronutrientiQtàRipartizione
Proteine alto valore biologico6 gr
Proteine15 gr15%
Carboidrati40 gr41%
Grassi19 gr44%
Tipo di grassiQtàRapportoSat/Mono/Poli
Saturi5.6 gr1:1.9:0.5
Monoinsaturi11.0 gr
Polinsaturi3.0 gr
Altri nutrientiQtà% RDA
Colesterolo29 mg10 %
Fibre4 gr16 %
Sodio426 mg18 %
Ingredienti per 4 porzioni (1 porzione)
Olio di oliva extra vergine30 gr (8)
Cipolle80 gr (20)
Salsiccia di suino, fresca150 gr (38)
Vino rosso150 gr (38)
Farro230 gr (58)
1 rametto rosmarinoacqua 700 gr1 dado di carne1 pizzico pepe nero
Preparazione
Mettete a soffriggere la cipolla e il rosmarino. Unite la salsiccia e insaporite. Aggiungete il farro e il vino ROSSO e sfumate.Unite l’acqua e il dado e cuocete circa 30 minuti. Mettete in una zuppiera e spolverizzate con il pepe.
Categoria
Primi piatti
Difficoltà
Media
Tempo di preparazione
10 minuti
Tempo di cottura
50 minuti